LA REGIONE PUGLIA APPROVA IL NUOVO PIANO CASA

04.08.2011 10:59

E’ stata pubblicata sul BURP Suppl. n. 121 di ieri, 2 agosto 2011, la legge regionale n. 21 che modifica e integra la legge reg. n. 14/2009 “Piano casa” e contestualmente recepisce le disposizioni del Decreto sviluppo DL n. 70/2011. “ Ci auguriamo che la nuova norma, licenziata con apprezzabile tempestività dalla nostra Regione, possa effettivamente rappresentare lo strumento che attendevamo per ridare ossigeno alle imprese del settore costruzioni dove si registra il persistere di una crisi ormai triennale.” Così il Presidente dell’UPSA Confartigianato – geom. Francesco Sgherza – che continua: “La soddisfazione per la nuova legge nasce altresì dall’aver constatato il recepimento delle disposizioni contenute nel Decreto sviluppo sulla riqualificazione urbana attraverso interventi di demolizione e ricostruzione anche di edifici non residenziali; nei mesi scorsi infatti, la Confartigianato, aveva appunto richiesto che nelle redigende modifiche alla legge 14/2009 fosse prevista l’estensione degli interventi all’edilizia non residenziale, sicchè l’inclusione dell’edilizia non residenziale almeno per la parte relativa ai ‘Piani città’ costituisce un motivo di particolare compiacimento. Ora l’impegno di tutti i soggetti coinvolti dovrà essere quello di rendere attuabili le misure previste e in tal senso si richiede alle amministrazioni comunali di emulare la velocità dimostrata dalla Regione nell’individuare ambiti territoriali sui quali poter avviare i processi di riqualificazione”. Sono due i titoli principali della nuova legge:
1) Il primo riguarda l'ampliamento degli edifici:
cade il limite di mille metri cubi, presente nella legge del 2009, mentre rimane quello percentuale sull'intera volumetria. In sostanza, se prima lo sviluppo della cubatura era riservato agli immobili che non superavano i mille metri cubi, ora vale per tutti. E sulla percentuale ci sono le prime novità: il testo, infatti, prevede un intervento minimo del 10 per cento sul volume totale, fino ad arrivare - attraverso una serie di indicatori - al 35 per cento. In particolare, questa percentuale si raggiunge se si tratta di interventi finalizzati al risparmio energetico e sostenibilità ambientale.
Gli interventi sono destinati agli edifici accatastati al momento dell'entrata in vigore della legge, anche se è prevista una deroga per quegli edifici che ancora non hanno ottenuto l'iscrizione al catasto, per i quali sarà possibile attendere la fine dell'iter di accatastamento e poi procedere all'avvio dei lavori. Proprio quest'ultimo aspetto contiene un importante cambiamento: per dare il via ai lavori sarà sufficiente una Dichiarazione di inizio attività (Dia) e non più lo strumento della variante urbanistica. Uno snellimento evidente delle procedure, che saranno indubbiamente più veloci, e il cui termine è stato prorogato al 31 dicembre 2012.
2) Il secondo titolo della legge riguarda invece la riqualificazione di aree residenziali attraverso la demolizione e la ricostruzione (o eventualmente la ricollocazione in aree diverse) degli edifici. In questo caso, sarà necessario che il Comune di riferimento inserisca l'area in cui ricade l'immobile all'interno di un programma di riqualificazione urbana: la norma regionale ha fissato gli incentivi in termini di aumento di cubatura e le premialità che i Comuni potranno fissare.

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